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Dott. ssa Virna Casamenti 
Medico Chirurgo Oculista
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Dott.ssa Virna Casamenti

Medico Chirurgo Oculista

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PATOLOGIE OCULARI

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MIOPIA

 

La miopia è un difetto visivo a causa del quale si vede sfuocato da lontano. Mentre nell’occhio normale o emmetrope i raggi luminosi che provengono dagli oggetti distanti vengono messi a fuoco esattamente sulla retina, nell’occhio miope, invece, questi stessi raggi cadono davanti alla retina e poi divergono: sulla superficie retinica si forma un’immagine sfocata.

La miopia si può distinguere, sulla base dell’entità del difetto, in lieve (fino a 3 diottrie), media (da 3 a 6 diottrie), elevata (oltre le 6 diottrie).

Si tratta di un difetto della vista frequentissimo nel mondo e in Italia ne è affetto indicativamente il 25% della popolazione. In genere la miopia insorge in età scolare, aumenta nel periodo dello sviluppo e tende a stabilizzarsi intorno ai 20-25 anni, aumentando solo lievemente dopo quell’età (se non sono presenti particolari patologie che la fanno peggiorare rapidamente).

Solo in una piccola percentuale di casi si presenta nella forma degenerativa della retina, che può determinare gravi conseguenze per la vista: insorge già nei bambini piccoli (tipicamente a 2-3 anni d’età) e progredisce col passare degli anni arrivando anche a valori molto elevati, poiché il bulbo oculare continua ad allungarsi in modo patologico, arrivando a compromettere l’integrità di tutte le strutture anatomiche.

La miopia ha sia cause genetiche che ragioni correlate allo stile di vita; infatti i bambini che trascorrono troppo tempo in ambienti chiusi svolgendo attività da vicino (ad esempio leggere alla luce artificiale) correrebbero più rischi di svilupparla e di avere una sua progressione più rapida.

Solitamente la miopia si corregge con l’utilizzo di lenti (occhiali o lenti a contatto). Gli occhiali sono il mezzo più diffuso e di facile uso, ma possono non essere l’ideale soprattutto se il difetto è elevato. L’immagine risultante percepita dal soggetto miope è, infatti, rimpicciolita con tanto più la lente è forte che inevitabilmente causa delle distorsioni nella zona paracentrale e periferica del campo visivo. Quindi un oculista potrà valutare l’opportunità di prescrivere l’impiego di lenti a contatto, o di correggere il difetto attraverso l'utilizzo dell'intervento chirurgico (chirurgia refrattiva laser).

PRESBIOPIA

 

La presbiopia non è un difetto della vista, ma una condizione fisiologica legata all’invecchiamento dell'occhio, che si manifesta con la difficoltà a mettere a fuoco da vicino. Insorge intorno ai 40-45 anni e si stabilizza verso i 65.

Essa dipende dalla perdita dell'accomodazione, ossia della capacità di contrarsi del cristallino (la lente biconvessa posta tra la l’iride ed il corpo vitreo, che consente normalmente di vedere chiaramente sia da lontano che da vicino); con il passare degli anni, infatti, il cristallino perde elasticità e progressivamente non riesce a raggiungere la curvatura necessaria per consentire la messa a fuoco degli oggetti vicini, che di conseguenza appaiono sfocati.

Secondo le ultime stime, in Italia i presbiti sono oltre 26 milioni e negli  ultimi anni si assiste a un sempre maggior numero di persone che sviluppano precocemente la presbiopia. anche per il frequente utilizzo di sistemi digitali che in genere impegnano pesantemente la vista, imponendo all’apparato visivo un superlavoro che, alla lunga, risulta molto faticoso per gli occhi.

Se si presentano sintomi come difficoltà a vedere da vicino, mal di testa e bruciore agli occhi, è opportuno effettuare un controllo della vista dal proprio oculista, che potrà consigliare la soluzione visiva più idonea alle proprie esigenze, dopo un'attenta valutazione dello stato di salute degli occhi.

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CATARATTA

 

La cataratta è una opacità del cristallino (la lente naturale presente all’interno dell’occhio) che ostacola il passaggio della luce verso la retina fino a rendere particolarmente difficoltosa la visione e quindi il normale svolgimento delle attività quotidiane.

Le cause della cataratta possono essere numerose; nei bambini può essere ereditaria, oppure può essere causata da sostanze tossiche, da traumi oculari, radiazioni ionizzanti, malattie dismetaboliche come il diabete oppure da altre patologie specifiche dell’occhio. La causa più comune è tuttavia l’invecchiamento: infatti, con il passare degli anni, il cristallino gradualmente perde il suo contenuto in acqua e la sua capacità antiossidativa ed aumenta la sua densità. La maggior parte delle cataratte si sviluppa lentamente: può impiegare mesi oppure anni per raggiungere un livello tale da ridurre gravemente la vista. La velocità di progressione della cataratta non può essere accuratamente predetta. La cataratta può svilupparsi in entrambi gli occhi anche se con velocità di progressione diversa.

I sintomi più comuni sono l’appannamento della vista progressivo, la visione di macchie scure, la perdita di luminosità e di contrasto, la difficoltà nella guida notturna e la visione di aloni colorati attorno alle sorgenti luminose.


La diagnosi di cataratta può essere effettuata  solo attraverso una visita oculistica completa, durante la quale l’oculista esamina ogni aspetto dell’occhio per poter instaurare un corretto timing chirurgico.

La tecnica chirurgica maggiormente utilizzata per eliminare la cataratta è la facoemulsificazione, con la quale con una sonda ad ultrasuoni viene frammentato il cristallino nell’occhio e poi aspirato attraverso una piccolissima incisione. Si tratta di una tecnica non invasiva che garantisce un miglioramento della vista quasi immediato e non provoca alcun dolore.

Dopo l’operazione per alcuni giorni si potrebbe sentire prurito, palpebre pesanti o un leggero dolore nella zona oculare, mentre le luci potrebbero apparire allungate o contornate da aloni.

A poche ore dall’intervento è già possibile guidare o guardare la tv, tuttavia è consigliabile non sforzare troppo gli occhi per un periodo prolungato. La prima visita di controllo va effettuata il giorno dopo l’operazione, la seconda dopo una settimana e la terza dopo un mese. Per qualche settimana è necessario mettere delle gocce di collirio nell’occhio contenente antibiotici e antinfiammatori per favorire una graduale e naturale “riabilitazione” dell’occhio.

GLAUCOMA

 

Il glaucoma è una malattia degenerativa del nervo ottico, spesso associata ad un innalzamento della pressione interna all'occhio. Si manifesta quando il liquido nel bulbo oculare, ovvero l’umor acqueo, non viene drenato correttamente determinando danni al nervo ottico o allo strato di fibre nervose della retina.

Il glaucoma può colpire entrambi gli occhi, sebbene talvolta i sintomi si manifestino più velocemente in un occhio solo.

Secondo l’OMS ne sono affette circa 55 milioni di persone nel mondo. Si tratta della seconda causa di cecità mondiale dopo la cataratta; in Italia si stima che colpisca circa un milione di persone ma la metà di esse non ne sarebbero a conoscenza perché non effettuano visite oculistiche periodiche complete (con controllo del fondo oculare, del tono ovvero della pressione oculare e del campo visivo).

La disabilità visiva provocata dal glaucoma, ossia il restringimento del campo visivo e l'ipovisione si possono prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente.

Esistono varie forme di glaucoma, congenito, secondario ad altre patologie oculari, acuto, sine tensione; la forma più frequente, tuttavia, è il glaucoma primario ad angolo aperto, che si sviluppa tipicamente dopo i 40 anni di età, spesso correlato a fattori genetici (ereditarietà), progredendo lentamente. Inizialmente non da sintomi, per cui ci si può rendere conto di essere malati solo quando il danno al nervo ottico è già giunto a uno stadio avanzato; è assolutamente quindi importantissimo sottoporsi a check-up oculistici periodici dal proprio medico oculista.

L'oculista si servirà di una serie di esami per poter diagnosticare, stadiare il glaucoma e proporre una terapia per curare e prevenire i danni di tale patologia:

- Esame della pressione intraoculare o tonometria, che permette di valutare la pressione intraoculare 

- Pachimetria corneale, un esame che permette di misurare lo spessore della cornea, un fattore che, si ritiene, può influenzare la pressione intraoculare

- Gonioscopia , esame che permette di valutare la regione deputata al deflusso dell'umore acqueo e per capire se è presente un’ostruzione

- Esame del campo visivo, un esame computerizzato non invasivo che permette all'oculista di capire se il paziente ha perduto parte della sua capacità

- Esame del nervo ottico, che consente all'oculista di esaminare il nervo che collega l’occhio al cervello per comprendere se si sono verificati dei danni

- OCT del nervo ottico, un esame computerizzato non invasivo che attravero una luce laser consente di analizzare lo spessore delle fibre del nervo ottico.

 

Il glaucoma può causare danni irreversibili alla vista, rendendo vitale una diagnosi tempestiva. La cura si pone l’obiettivo di diminuire la pressione intraoculare dell’occhio affetto, ma varia in base alla forma che si ha contratto. Si possono utilizzare colliri, fare trattamenti laser (come la trabeculoplastica, iridotomia) o trattamenti chirurgici (trabeculectomia, viscocanalostomia, sclerctomia profonda, impianti valvolari), in base al tipo di glaucoma e alla stadiazione della malattia.

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OCCHIO ROSSO

 

L’occhio rosso è un segno di infiammazione oculare che può essere causata da diverse condizioni. Nella maggior parte dei casi si tratta di alterazioni di scarsa significato clinico e può risolversi facilmente. La chiave nella gestione dell’occhio rosso è riconoscere tempestivamente quei casi alla cui base vi sono patologie oculari o sistemiche più serie.
L’occhio rosso è causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni dell’occhio. E’ importante riconoscere il tipo di occhio rosso.

 

Le cause più frequenti sono:

Occhio secco: Nella maggior parte delle volte l’occhio rosso è la conseguenza di una ridotta produzione di lacrime o della produzione di lacrime di scarsa qualita’. Il film lacrimale svolge la funzione di lubrificante impedendo la formazione di attrito nel momento in cui le palpebre si chiudono. Quando il film lacrimale e’ scarso o di bassa qualità, l’attrito che si genera tra la superficie interna delle palpebre e l’occhio crea irritazione e di conseguenza arrossamento oculare, solitamente lieve. In questi casi quasi sempre si associa dolore durante i movimenti oculari e sensazione di sabbia e bruciore negli occhi. Il rimedio terapeutico più comune nelle forme lievi è la somministrazione di lacrime artificiali allo scopo di ricreare il film lacrimale protettivo.

Blefarite: si tratta di una infiammazione del bordo palpebrale conseguente ad un eccesso di produzione di sebo. Esso a contatto con la congiuntiva è irritante e si verifica un lieve arrossamento. In questi casi è bene detergere con cura il bordo palpebrale, usare lacrime artificiali ed eventualmente colliri antibiotici in quanto spesso vi è anche una contaminazione da parte di un agente patogeno comune (Stafilococco).

Congiuntivite: Si tratta di una infiammazione della congiuntiva che è un sottile e trasparente tessuto che riveste l’occhio. Solitamente in corso di congiuntivite l’arrossamento dell’occhio e’ molto intenso e spesso è presente anche secrezione e lacrimazione. La congiuntivite può essere di origine virale o batterica, ma può anche essere una forma allergica, e a seconda dei casi si dovrà seguire una terapia topica mirata.

Emorragia: Le emorragie della congiuntiva sono la conseguenza della rottura di un capillare. Essendo la congiuntiva molto sottile e lassa, quando il sangue fuoriesce da un capillare rotto in breve tempo va a distribuirsi a tutta la congiuntiva e l’occhio assume un colore rosso fuoco. Si tratta di un evento che mette spesso in allarme ma che è semplicemente la conseguenza della rottura di un capillare. Solitamente non è indicato nessun tipo di terapia in quanto nel giro di qualche giorno si verifica un riassorbimento spontaneo. 

Più raramente l’occhio rosso è l’espressione di una infiammazione più intensa che interessa e nasce dalle strutture oculari interne. Si parla in questi casi di uveite, iridociclite, irite. Si tratta di condizioni sicuramente più serie che si accompagnano ad altri sintomi (fotofobia, dolore e calo del visus) e segni e che possono essere espressione anche di malattie sistemiche.

 

Per una corretta diagnosi e terapia dell'occhio rosso, soprattutto associato ad altri sintomi quali dolore, prurito, secrezione e fotofobia è necessario rivolgersi al proprio oculista di fiducia.